L'Unità mal vissuta - ben vissuta

Unità di misura internazionali


Ho frequentato attivamente il movimento per parecchi anni, dal periodo delle scuole medie fino all'inizio dell'università. Posso dire che uno degli aspetti che mi ha segnato più negativamente di questi anni è stato il continuo tentativo di isolarti da qualsiasi realtà esterna. Questo come conseguenza del concetto di "Unità" mal vissuta (leggi unità = uniformità al pensiero unico).

Ogniqualvolta una qualsiasi iniziativa veniva a trovarsi in "rotta di collisione" con qualcosa organizzato dal movimento veniva posta la fatidica domanda. "Con chi l'hai visto ?" ... da leggere come "con quale dirigente ti sei confrontato per capire se devi partecipare all'attività extra-movimento o piuttosto rinunciarvi a favore dell'attività organizzata dal movimento ?". Chiaramente il dirigente di turno, con cui dovevi immancabilmente fare "unità" era prontissimo a indicarti la "volontà di Dio" del momento. Guess what ?

L'alternativa era sempre del tipo "Chi scegli ? Gesù o ... " e al posto dei puntini ci puoi mettere cosa vuoi, genitori, sport, parrocchia, ragazza, vacanza. Risultato ? Alla fine ti trovavi solo, il tuo unico riferimento, l'unica campana che potevi ascoltare era quella del movimento. Le alternative erano se non del tutto bandite caldamente sconsigliate. Alla lunga anche gli amici non inseriti a qualche titolo nel giro del movimento si sono allontanati. Quante volte mi sono sentito dire "Non te lo diciamo più, tanto non ci sei mai".

Non so dire se e quanto in questa pratica ci fosse l'effettiva volontà della fondatrice o piuttosto fosse una consuetudine messa in campo dai dirigenti per consolidare una posizione di superiorità e di influenza, insomma crearsi una schiera di fedelissimi (oggi si potrebbero definire più modernamente "yes man") ma il risultato è stato sicuramente pessimo. Credo che questa si possa tranquillamente e senza ombra di dubbio definire una deriva settaria.

In tutto questo devo dire che, nella mia città, con i gen del tempo, esisteva un forte legame precedente o quasi contemporaneo all'entrata nel movimento, a tutti noi pesava questa imposizione e siccome ci si frequentava, si parlava e ci si confidava molto sovente al di fuori del movimento questo ci ha aiutato in qualche modo a sopportare questa gabbia. In molti casi venivamo considerati come una sorta di dissidenti, o quantomeno ragazzi problematici (per loro). Dato di fatto è che poi inevitabilmente, nel giro di un paio di anni, tutti noi ne siamo (felicemente) usciti.

C'erano personaggi in zona che avevano indubbiamente un certo ascendente, vuoi per questione caratteriale o per il loro modo di porsi, insomma effettivamente almeno in questo ci sapevano fare abbastanza, siccome alcuni di loro sono ancora in circolazione e attivi nel movimento metterò solo le loro iniziali, parlo dei vari AR (per costui ci vorrebbe un capitolo a parte perchè niente mi toglie dalla testa che una qualche inclinazione alla pedofilia ce l'avesse) LC, MC, UD, prima ancora lo stesso GP che oggi so essere saltato dall'altra parte della barricata. Per loro era relativamente facile "convincerti" di quale fosse la cosa giusta. Proprio con quest'ultimo, non ricordo esattamente in quale occasione si parlava di ragazze (credo uno dei temi più gettonati all'epoca), ricordo solo che ero abbastanza piccolo, prima forse seconda media, quando si inizia a cercare di capire qualcosa sul mondo femminile (e si passerà poi il resto della vita a continuare a farlo con alterni risultati) e ricordo che gli dissi letteralmente "preferisco soffrire a causa di Gesù che di una ragazza". Era poi il concetto di "Gesù abbandonato" altra bella palla al piede usata per farti digerire qualsiasi cosa non ti andasse a genio. Indubbiamente non avevo neppure la più pallida idea di cosa stessi dicendo, ma questo solo per esemplificare fino a che punto la manipolazione possa arrivare e di quanto sia semplice manipolare un adolescente o giù di li.

Il capitolo rapporti con l'altro sesso era fondamentalmente un disastro, non avendo in molti casi altro orizzonte di ricerca e di relazione, non rimanevano che le gen (devo dire che ce n'erano di molto carine), ma siccome per qualche motivo erano considerate dalle dirigenti femminili tutte potenziali focolarine, venivano "guardate a vista" e dovevano essere considerate come esseri immacolati, asessuati e sopra tutto privi di ogni attrazione verso noi poveri maschietti che lottavamo duramente ogni giorno con i nostri ormoni irrequieti.

Forse oggi le cose possono essere cambiate in parte, ho avuto modo di leggere e sentire membri del movimento dire che siccome oggi le cose sono cambiate (ma sono cambiate davvero ? e quanto? ... ho qualche dubbio a proposito) tutte queste osservazioni (o accuse ... dipende dal punto di vista) non hanno più senso di esistere. Non sono assolutamente d'accordo, non si può nascondere il passato non si possono nascondere tanti errori e andare avanti come i buoi in un campo di meliga (n.d.r. termine piemontese per granoturco) come se nulla fosse stato.

NOTA: Ho scritto queste cose un po' a fatica e in più riprese, leggendo e rileggendo e cercando di pesare le parole in modo da essere il più obiettivo possibile. Nel frattempo mi è giunta notizia che AR è stato effettivamente e solo di recente espulso dal movimento per pedofilia. Le mie osservazioni (ed intuizioni) risalgono ai lontani anni 80/90 e siamo ormai nel 2022. Ora mi chiedo se noi ragazzini immaturi e con poca esperienza ci siamo accorti (non ero infatti solo io ad avere questa convinzione) che avesse tendenze pedofile come è mai possibile che altre persone, adulti, che convivevano con lui 24h non se ne siano accorte? Come è possibile che a questa persona siano state lasciate posizioni di responsabilità verso dei ragazzi? Ora lo so che a pensare male si fa peccato (ma sovente ci si azzecca) ma a me viene il sacrosanto dubbio che (come purtroppo è avvenuto anche in altri ambiti religiosi) sia sempre stato coperto, in seguito spostato (ultimamente era in sud America) fino a che probabilmente ogni tipo di copertura è stata impossibile.
Paolo S.

Ma Paolo, non hai proprio nessun ricordo positivo? Nessun "adulto" ti ha rispettato nel Movimento? (Mario Ponta)

R/ "Quando dai tutto in qualcosa, ti ci butti con tutto te stesso e ne rimani bruciato è difficile trovarci poi qualcosa di positivo, sicuramente ci sono stati bei momenti legati all'entusiasmo o all'euforia del momento, in generale grazie ai rapporti con coetanei e non con focolarini. Del movimento non mi porto dietro un buon ricordo, il piatto pesa troppo verso il - per poter considerare qualche +."

Risposta di Paolo Giusta

Caro Paolo S. (che saluto di cuore, dopo alcuni decenni),
Qui ognuno può parlare solo della propria esperienza. Ed è interessante che, nello stesso periodo storico, a poche decine di chilometri di distanza, la mia esperienza gen è stata diametralmente opposta alla tua.

Premessa: ci sono (stati) disfonctionnements (non so neanche più come si dice italiano, insomma cose che non vanno, cattivi comportamenti) nel movimento? Certamente, ma non è la mia esperienza. E, se io non ho sperimentato questi “disfunzionamenti”, vuol dire che non erano/sono sistemici.

Per me l’esperienza gen (dai 12 ai 21 anni, poi ho cambiato settore: il focolare, fino a 42 anni) è stata a dir poco esaltante. Sono cresciuto come uomo, guidato da altri gen della mia città, persone straordinarie, Nanni tra tutti. Ho vissuto amicizie profondissime, che durano ancora oggi; eravamo portati da un ideale di cambiamento, di miglioramento dell’umanità, cui dedicavamo la maggior parte del tempo e delle forze. Non perché fossimo obbligati, ma perché ci piaceva, ci entusiasmava (per esempio, il freddo dei banchetti per l’Operazione Africa non pesava).

Ci sono stati momenti duri? Certo. Come è duro a volte con il personal trainer in palestra e con il professore di piano che, con i caratteri che il buon Dio ha dato loro, ti mettono in riga per progredire. Si chiama disciplina, ed è stata per me una lezione importantissima che, appunto, mi ha costruito come uomo, mi ha reso capace di prendere delle responsabilità.

Sono stato fortunato? Forse sì. Nessuno mi ha mai trattato male nel movimento (sul lavoro sì, una capetta e un capone, e mi sono difeso, sentendomi il primo responsabile della mia dignità). Nessuno mi ha mai detto: “con chi l’hai visto?”. Nessuno ha conculcato le mie amicizie e la mia libertà: negli anni del liceo passavo pomeriggi interi con il mio amico Giovanni, che non era nel movimento; gli ultimi anni a Mondovì li ho passati impegnato, come gen, nella pastorale giovanile della diocesi, e nessuno ha mai avuto nulla da ridire.

Un giorno, in focolare, mi telefona Graziella, una delle prime compagne di Chiara: “Devi venire a Mollens il 15 agosto, a un incontro con Chiara !”. “Neanche per sogno, sono in vacanza all’altro capo dell’Europa.” Poi sono andato, mi interessava passare una giornata con Chiara. Lo stile è un po’ diretto, d’accordo, ma è essere trattati male, questo?

La mia esperienza nel movimento è stata di libertà e di crescita, come ha ben sintetizzato un giorno Chiara in pubblico quando ancora ero in focolare: “Il popo Giusta, noi non gli abbiamo mai detto ‘stai fermo in focolare’, non glielo abbiamo mai detto”. Appunto, io non sono stato mai fermo (finché ho alla fine lasciato il focolare), perché ho avuto la libertà di farlo, di scegliere, e non mi sono mai sentito conculcato.
Questa è la mia esperienza, questo il movimento che ho conosciuto. Com’è possibile che sia così diverso da quello che hanno vissuto altri?
Paolo Giusta

 

2 commenti:

  1. Arianna Sicconi di Mondovì CN21 agosto 2022 alle ore 07:05

    Grazie ☺️🤗

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  2. A Paolo Giusta
    Caro Paolo, anche tu come Luigino Bruni e alcuni altri propendi per scusare eventuali storture del movimento dei focolari perché secondo voi non sistematiche. Ti cito "...se io non ho sperimentato questi “disfunzionamenti”, vuol dire che non erano/sono sistemici." Beh faccio fatica a capire come fai a porti come metro di misura (da noi a Cagliari si diceva "eh chi sei Mandrake!") e da dove attingi tanta sicumera. Lasciare un posticino ad un ragionevole dubbio? No eh? Il fatto Paolo che tu abbia potuto vivere un'esperienza positiva nella tua adolescenza tra le fila del movimento, é certamente una bella cosa per te, ma sulla sistematicità e stortura del movimento dice solo che talvolta ci sono state oasi di felicitá, senza invalidare tutte le altre esperienze negative, talvolta tragiche di chi diversamente da te è incappato, ahimè, nelle persone sbagliate, nel focolare sbagliato, nel momento sbagliato.
    La mia esperienza da giovane nel movimento é stata anche decisamente positiva, quella successiva di vita in focolare decisamente no e per tratti, appunto, tragica. Per cui a differenza tua al beneficio dell'inventario non rinuncio, e anzi per dirla tutta, propendo proprio per credere che invece di problemi sistemici nel movimento dei focolari ce ne siano eccome. E di più sono persuaso che tanti di questi problemi risalgono alla fonte, a Chiara stessa (e ai suoi più stretti collaboratori), che pur lasciandole una "ipotesi di benevolenza" (feat. Luigino Bruni), ha commesso, suo malgrado, errori sequipedali.

    Che il movimento dei focolari sia, ahimé, con gli anni diventato una setta lo dicono i fatti, il culto della personalità, la sua struttura centralizzata e macrocefala, il suo linguaggio, il bisogno morboso di fare proseliti, la poca trasparenza, l’imbarazzante autoreferenzialità e soprattutto la necessitá, per chi volesse avvicinarsi e conoscere la spiritualitá del movimento, di un percorso da iniziati che dura anni ed è scevro della semplicitá e della immediatezza del vangelo. I focolarini che volessero parlare in una parrocchia “x” e presentare il movimento, a parte l’imbarazzo di dire chi siano e cosa realmente facciano concretamente, segreto meglio custodito di quelli di Fatima, sarebbero impossibilitati ad “arruolare” tra le loro fila chiunque non sia disposto ad una trafila interminabile di incontri, video e discorsi della fondatrice. E la riprova sono le statistiche che rivelano una implosione delle vocazioni in ogni ambito del movimento, soprattutto tra le fila dei consacrati, dove la domanda più impellente è “chi spingerà la carrozzina a chi”.

    Cordiali saluti
    Francesco Murru (Francoforte - Germania)

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