Maras

15 agosto : festa di Maria Assunta, da cui viene il “nome nuovo” Maras, al secolo Alfredo Zirondoli. Si tratta di una delle persone più controverse del Movimento. Ha fatto tanto bene, ma il suo carisma personale si è accordato male con un sistema che avrebbe voluto tutto controllare.

A partire degli anni ‘70, Loppiano, la cittadella dei focolari, era in piena espansione; vi si respirava un’aria tonificante, spesso effervescente.  Tra tanti focolarini (non tutti), e qualche rarissima focolarina, si erano sviluppati dei rapporti in cui l’amicizia aveva una enorme importanza.
Quella che nel Movimento si considerava normalmente “unità” (vedi articolo), era sdoppiata in una “super unità” in cui si vivevano le relazioni con un’intensità un po’ speciale. Non fraintendetemi: nella grande maggioranza dei casi la sfera sessuale non era coinvolta. Quelli che “capivano” vivevano le giornate – e parte delle nottate – a raccontarsi: la vita presente, con le grazie speciali legate al noviziato; e la propria storia, che, in quel contesto, prendeva delle tinte idilliache.
Maras era all’origine di quell’esperienza da “iniziati”: l’avventura aveva facilmente presa su giovani idealisti, sradicati dal loro contesto culturale, che spesso volevano rispondere sinceramente ad una chiamata di Dio, per certi reale, per altri immaginaria. Teniamo conto del contesto: la mancanza di un accompagnamento serio delle vocazioni aveva degli aspetti drammatici (vedi articolo sull’accompagnamento).

Quella “super-unità”, che verrà poi tacciata di “gnosi”, era una sfaccettatura della ricca personalità di Maras. Medico anestesista, originario di Carpi, aveva lasciato tutto per seguire Chiara. Diventato sacerdote per il Movimento, è stato responsabile della scuola di formazione dei focolarini dagli anni ‘60 in poi.

Trasportato dal mio entusiasmo adolescenziale, andavo a Loppiano (a più di 400 km da casa), almeno un paio di volte l’anno, spesso in autostop (lire ce n’erano poche …). Grazie alle amicizie create con alcuni focolarini in formazione, ho conosciuto Maras, la cui personalità mi ha affascinato e sono riuscito a entrare in relazione con lui. Quel legame mi ha fatto molto bene, ed è durato fino alla sua morte, anche se negli ultimi anni i contatti si sono fatti rari.

Chiara sembrava dargli fiducia. Chiaretto (don Foresi) lo vedeva come il fumo negli occhi. Quando le accuse di gnosi si sono fatte pesanti, Chiaretto una volta ha detto: “lo mandiamo in un paesino a fare il parroco”, come per sbarazzarsene (questo mostra anche la stima che il co-presidente aveva della chiesa istituzionale …). Ma chi gli ha fatto una guerra senza quartiere è stato Fede, al secolo Giorgio Marchetti. Quando è diventato capo-ramo (responsabile della branca dei focolarini consacrati) non ha sopportato che qualcuno gli facesse ombra. Inchieste, interrogatori, accuse pubbliche di gnosi: Fede ci è andato pesante, aiutato da alcuni che si erano sentiti esclusi dai rapporti un po’ elitari che Maras creava intorno a lui. In particolare due mezze calzette, un italiano e un francese, hanno approfittato dell’occasione per farsi notare dal capo-ramo, che a sua volta cercava un consenso che gli mancava pietosamente.

Come si fa in certi ambiti ecclesiali, qualcuno di problematico lo si sposta, senza andare a fondo del problema. Maras, dopo aver sviluppato Loppiano per una ventina d’anni, è stato mandato a dirigere Montet (Svizzera francofona - vedi articolo), altra cittadella pilota del Movimento. E poi lo si è messo definitivamente da parte, grazie in particolare all'accanimento di Fede.
Certe accuse erano molto pesanti, fino a parlare di rapporti omosessuali, non compatibili con una vita di comunità di consacrati. Personalmente, ho vissuto 18 mesi in focolare con lui a Loppiano e non ho mai visto qualcosa di “strano”. Ero sicuramente un po’ naif, ma non del tutto scemo. Anche Maras si è mostrato naif in alcune circostanze, ne sono stato testimone.
E naturalmente... non era perfetto. Recentemente, un focolarino ultraottantenne, mi ha raccontato che aveva partecipato ad una Mariapoli animata da Maras negli anni ‘60, in compagnia della sua ragazza. Entrambi conoscevano “l’Ideale” da poco. Maras, forse già allora consapevole di un carisma personale un po’ particolare, ha detto ai due fidanzati che non erano fatti per il matrimonio. Ha proposto a lui di andare a Loppiano per un periodo di discernimento. Della ragazza si sono occupate le focolarine … Il resto della storia è alquanto triste ma, per il momento, non si può raccontare. E poi il Movimento si lamentava che la Chiesa non capiva la spiritualità !

Maras, di tutti i primi collaboratori di Chiara, è quello che secondo me meriterebbe di più uno studio approfondito.
Michele Genisio (To) aveva una proposta interessante di libro inchiesta, da sviluppare quando Fede era ancora vivo. Attraverso un suo amico ben introdotto a palazzo, aveva chiesto a Emmaus (prima presidente dopo Chiara) di poter sviluppare quel progetto. Emmaus non ha voluto, se ho capito bene perché un tale libro “avrebbe fatto più male che bene”. Peccato, sarebbe stata una bella occasione di dialogo, tra punti di vista – e passioni – molto diverse. Ma, si sa, il dialogo non è una specialità del Movimento.

Resta comunque un’eredità importante. Per esempio, Luca Tamburelli ha
sviluppato un sito web: http://amicimaras.com/
Personalmente,
prego per Maras ogni giorno. Insieme a Enzo Fondi e Bruno Venturini, formano un'équipe che mi accompagna fedelemente.

Commento del 2/09/2022
Carissimo Mario,
per caso ho scoperto il tuo blog “focolari e dintorni” – e mi piace molto.
Leggere i tuoi commenti sul blog mi fa molto bene perché esprimono tante sensazioni che avevo nei tempi di allora. Però mancava l'accompagnamento spirituale per assorbire certe situazioni pesanti e a un certo punto non vedevo più un futuro per me nel movimento.
Mi ha fatto tanto piacere la storia della pizza ai raggi X.

A Loppiano però ho fatto un’esperienza diversa della tua. Tutto era centrato su Maras.
Sembrava che “Chi non ha quel rapporto speciale con Maras, non ha fatto l’esperienza di Loppiano”. Dunque, non avevo quel rapporto anche se lo cercavo disperatamente. C’era sempre una distanza abissale. Per me era una via molto dolorosa.
Addirittura l’esperienza corta a Grottaferrata equilibrava tutto un po’ vedendo i vari capi con le loro personalità speciali, alle volte un po’ strane.

Il più bello però era Peppuccio che da lontano e senza parlare con nessuno di noi aveva deciso che non c'era Gesù in mezzo nel nostro focolare (in Germania), proprio nel momento in cui (dopo il cambio del capofocolare) le cose andavano abbastanza bene.

Nel tuo blog scrivi tante belle cose del tuo cammino verso Dio. La mia esperienza è naturalmente diversa perché ho fatto altre scelte. Cosa mi aiuta tanto è un libro ormai vecchio (ca. 100 anni) di un ex-sacerdote cattolico che ha riportato dei messaggi che gli sono stati trasmessi nello stesso modo come i santi spiriti di Dio hanno parlato ai primi cristiani. L’originale è purtroppo in tedesco, ma esiste una traduzione inglese (americano) – te la mando come allegato. L'inizio è un po' pesante, più avanti ci sono delle cose molto interessanti. Mi aiuta tanto nella lotta continua contro le difficoltà quotidiane e lo spirito di scoraggiamento che mi colpisce spesso. Comunque non mi meraviglia più niente cosa succede nel mondo attuale e spero di fare qualche passo avanti.

Tanti saluti dalla Baviera
Il focolarino della pizza ai raggi X (vedi esperienza a Grottaferrata)

 

© Mario Ponta - tutti i diritti riservati. Riproduzione - anche parziale - vietata

2 commenti:

  1. Seguo con curiosità questo blog, nel suo tentativo di raccontare il Movimento dei Focolari separando il grano dal loglio. Però quando si parla di "accuse [...] molto pesanti, fino a parlare di rapporti omosessuali", mi rendo conto che il Focolare - e la sua lettura sessuofobica ed eteronormata delle questioni di genere - ha trionfato: per quale motivo l'affermazione che una persona ha rapporti omosessuali dovrebbe essere una "accusa"? Per una persona adulta, avere rapporti omosessuali ha la stessa gravità di fare una partita di calcetto, ricamare o fare escursionismo. Si chiama autodeterminazione, ed è il bene più prezioso che si deve sacrificare per entrare le Movimento, dove invece è tutto eterodeterminato (dalla Volontà di Dio). Non diremmo mai "accuse molto pesanti, fino a parlare di partecipazione a un torneo di scherma". Se per l'omosessualità si usa la cornice dell'accusa (ed è una spia lessicale ahimé rivelatrice), allora queste pagine scelgono la stessa, vecchia cornice omofoba ereditata del Movimento dei Focolari (che in tutti i casi, come ho scritto sul mio blog, non ha certo il merito di aver inventato l'omo-lesbo-bi-transfobia, ma la colpa di sostenerlo tramite associazioni come Verdad y Libertad che praticano violentissime terapie contro l'omosessualità).

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  2. Grazie Mariano per il tuo commento. Due premesse:
    1. Quello che scrivo è molto personale. Se racconto dei fatterelli che non ho vissuto sulla mia pelle, li ho almeno sentiti raccontare in prima persona. Lo scopo principale del blog è di mostrare che nel mondo reale non esiste tutto bianco o tutto nero. Tra gli adepti del Movimento e i suoi accaniti detrattori, ci sono tanti integralisti.
    2. Uno dei miei migliori collaboratori è gay. A settembre il suo compagno verrà ad abitare con lui. Festeggeremo come per altri…
    Le accuse contro Maras potevano essere gravi non secondo il mio punto di vista, ma tenendo conto del contesto e della cultura del Movimento a quell’epoca.

    I rapporti omosessuali prendono una certa gravità in una comunità religiosa: ci si impegna alla castità. Avrebbe la stessa gravità se si facessero convivere sotto lo stesso tetto uomini e donne e si ammettessero rapporti eterosessuali. Se uno/a non si sente di vivere secondo le regole della comunità, è onesto dirlo e cercare altrove.
    Se fossi gay non potrei abitare con dei bei ragazzi, TENENDO CONTO DELLE SCELTE CHE HO FATTO LIBERAMENTE. Come non potrei abitare con una bella donna visto lo stile di vita che ho scelto liberamente.

    In effetti, succede che la mia redazione in italiano – che pratico molto poco – faccia acqua ...
    Mario Ponta

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