L’Ideale

Versione del 06/08/2022

L’Ideale, quello che Chiara ha voluto trasmetterci, penso si possa riassumere con la parola di Gesù “Che tutti siano uno”. Chiara ha poi declinato il suo Ideale in una spiritualità con 12 punti, sette aspetti (o colori), ed altre numerose idee e pratiche. L'Ideale si è concretizzato in un Movimento con più di 30 diramazioni o branche. L’insieme per me è sempre stato un po’ complicato.
Vivere l’Ideale, vuol dire uniformarsi a un certo numero di pratiche che, per fortuna, stanno evolvendo con il tempo.
“Fare unità” ai responsabili, era uno dei punti chiave. (vedi l’articolo sull’unità)
Seguire Chiara ciecamente, era un altro punto fondamentale.

Questo non toglie che per me l'Ideale sia stato una vera luce. La chiamata di Dio a lasciare tutto per entrare in focolare come consacrato, è stato un frutto dell'Ideale che cercavo di vivere. Ma, mi sembra che con il tempo, il discorso di Chiara si sia inquinato di megalomania. La fondatrice ha insistito pesantemente sul fatto che "il nostro Ideale è un di più" rispetto a tutte le altre spiritualità. E qui ci sarebbe da fare uno studio serio ...

Nell’84, con Chiara e alcuni responsabili, mi trovavo su un’isola al largo di Istanbul, sede di un seminario ortodosso. Quella visita era una delle attività previste durante un incontro ecumenico di vescovi amici del Movimento. Partecipavo in veste di fotografo.
Nel pomeriggio, Chiara era andata a riposare, mentre uno dei responsabili della Chiesa Ortodossa faceva un discorso al resto del gruppo.
Finito il discorso, esco per cercare il bagno e, nel corridoio, mi imbatto in Chiara ed Eli (Folonari, la fedelissima segretaria). Eli fa subito qualche passo avanti, in modo che Chiara, rimasta più indietro, non fosse inquinata da un contatto diretto con me.
“Com’è andato il discorso?”, mi chiede.
“Mi sembra bene, i partecipanti hanno seguito con interesse” (sottinteso: la metà che non dormiva; ma allora, facevo attenzione a quello che dicevo).
“Ma l’oratore ha capito l’Ideale?”
La domanda che ti lascia con il culo per terra.
Ho balbuziato qualcosa, cercando di restare il più vago possibile.
Non sapevo se io avevo capito l’Ideale. Cosa potevo saperne di un ortodosso, che vedo per la prima volta, che parla greco con una traduzione improvvisata, su un argomento che non mi interessa, alle 2 del pomeriggio, in piena digestione?

Ma la domanda di Eli era LA DOMANDA da farsi in tutto il Movimento per fissare le priorità:

  • “coltivare” quelli che avevano capito l’Ideale;
  • annunciare l’Ideale a quelli che non lo conoscevano ancora.

Tenendo conto che una grande maggioranza dell’umanità non ha e non avrà il minimo interesse per l’Ideale di Chiara, ci si concentra su quelli che l’Ideale lo hanno capito.
Quando stavo a Illkirch (Strasburgo), una sera è venuto a cena il parroco, con cui avevamo degli ottimi rapporti. In effetti, cosa rarissima, quel focolare era ben inserito nella parrocchia.
Quando, nella conversazione, è venuto fuori che alcuni di noi andavano regolarmente a Thann (a circa 180 km) per “coltivare” la comunità del Focolare (forse una decina di persone), al povero prete sono usciti gli occhi dalle orbite. Mi ricordo ancora il suo sbalordimento: “A a a ...Thann ???”
Per evitargli un infarto, non gli ho detto che, regolarmente, facevo almeno 200 km nella direzione opposta per coltivare un gruppetto in Moselle (Metz e dintorni).
I ventimila parrocchiani di Illkirch potevano essere simpatici, ma non avevano capito l’Ideale.  Come focolarini ci impegnavamo in alcune attività locali, ma il vero interesse era per i "seguaci", anche a centinaia di km.
Ne ho vissute altre … non entro nei dettagli del viaggio di tre settimane all’isola della Riunione, in cinque, a 11 ore di aereo da Parigi.
Anche per questi aspetti, provo dubbi e gratitudine: il Movimento mi ha fatto viaggiare, è stato utile? Non lo so, ma è stato interessantissimo!

Devo riconoscere che quando ero in India (‘87-’89) ho conosciuto delle persone che sono state toccate dall’Ideale: Hindu, Mussulmani; e che grazie alla spiritualità hanno integrato dei valori evangelici, pur rimanendo fedeli alla propria religione. Quando ho cominciato l’esperienza francese a Lione (inizi ‘90), sono riuscito a trasmettere qualcosa a qualche raro giovane. Poi “l’annuncio” non ha più funzionato. Per me come per tanti.
Il focolare di Lione è stato per circa 35 anni nel 8e (huitième arrondissement), un quartiere popolare con 85.000 abitanti. Vi si trova, tra l'altro, la grande moschea di Lione, inaugurata nel 1994. Non sono sicuro che in quel quartiere ci siano cinque membri del focolare. Vi ho abitato per 10 anni, senza nessun contatto con la popolazione locale, a parte i vicini "della porta accanto" con cui si mangiava insieme ogni tanto. Ma andavo a "fare apostolato" a Toulon, Nizza, Cannes. Poi verso nord, a Besançon e fino a Belfort.

Quando ho studiato la pedagogia religiosa a Strasburgo nel 2015, ero con una trentina di persone, che mi apprezzavano. Alcune sono venute in Focolare. Per certi ero un punto di riferimento. In un anno, mai nessuno mi ha fatto la minima domanda sul Focolare, sulla spiritualità. Ero io, semplicemente un cattivo testimone? O l’Opera ha fatto il suo tempo e si deve passare ad altro?

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1 commento:

  1. Mi chiedo: se il famoso “stuolo di vergini” fosse rimasto ciò che probabilmente era, un bel sogno, una bella immagine, e non una profezia da voler realizzare a ogni costo, e se Chiara avesse peccato ( pardon), meno di megalomania? Si sarebbero forse fatti meno danni…Cittadelle, focolari e focolarini consacrati, non è forse lì che si sono visti i guasti maggiori? Un Ideale ..senza Movimento, forse ci potrebbe ancora stare, senza questa struttura mastodontica e come si è visto stritolante nei confronti di troppe esistenze che si sono lanciate con sincerità e entusiasmo in quella che veniva promessa come una “Divina avventura”, per ritrovarsi a fare incontri su incontri e…”Erano i tempi di guerra…” e mettere il Movimento, le sue strutture, la sua sopravvivenza al posto di Dio. Di focolare ne bastava uno: il primo, le repliche/copie non sempre funzionano. Non si possono mettere insieme h24 persone che non si sono scelte e pretendere che GIM magicamente compaia. Spesso è stata pura menzogna o illusione. Gesù gli apostoli se li scelse uno a uno, e con uno non andò benissimo (scusate la battuta). Nel Movimento della mia gioventù , ( anni 80) ho incontrato persone belle e sincere e ho imparato un’attenzione all’altro difficilmente sperimentabile altrove, anche in contesti ecclesiali dove ci dovrebbe stare ma quasi sempre è latitante. Ma i guasti psichici e psicologici che a lungo andare l’applicazione dei punti della spiritualità provoca, e non solo in persone “vulnerabili”, sono pesanti. Me ne sono accorta dopo molti anni: il farsi UNO con tutti e sempre è impossibile e genera sensi di colpa frustranti. “Saper perdere” ,anzi, perdere sempre, crea personalità deboli incapaci di gestire in modo sano i normali conflitti o le normali controversie. A me ci sono voluti anni per reimparare a dire la mia opinione senza paura di scontentare gli altri, creando “disunità” e senza sentirmi in colpa per questo. Senza la reciprocità non c’è amore, c’è solo uno che comanda e uno che obbedisce. “Tagliarsi la testa” , (è fin troppo lapalissiano), crea gente senza più personalità, senza cervello,senza emozioni, incapaci alla lunga di amare davvero. In conclusione credo che si sia disperso un patrimonio umano e spirituale immenso in meno di due generazioni. Non so se la nuova presidenza Karram riuscirà a porvi rimedio…le faccio i miei auguri, ma riusciranno a “perdere” il Movimento e salvare quello che di buono c’era nella primaria intuizione di Chiara epurandolo da tutte i deliri mistici e le manie di grandezza? Maria Sciascia – Sommatino (CL),Italy

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