Il manto di Maria

Quando qualcuno, interno o semplicemente vicino al Movimento muore, i membri che lo conoscevano sanno esattamente dove va: nella Mariapoli Celeste.
Quelli che gli erano vicini hanno avuto la grazia di scandagliare l’anima del defunto nei minimi dettagli, e ne fanno partecipare tutta l’Opera: “Era pronto”, “Era preparatissima”, “Maria l’ha presa con se”, “Finalmente è in Paradiso con Chiara”, ecc.

Com’è bello credere alla Vita Eterna! Personalmente, prego ogni giorno per e con i morti, ma non ho tutte queste certezze sulla loro situazione attuale. Ancor meno sul “luogo” dove abitano.
A partire dalle conoscenze che il Movimento – e Chiara in particolare – mi hanno trasmesso, un certo numero di persone vivrebbero la Vita Eterna in un luogo preciso, la Mariapoli Celeste, dove tanti si immaginano che Chiara sarà la regina.
A me sembra che questa interpretazione limiti un po’ la visione del Paradiso, di cui sappiamo molto poco, nonostante l’esperienza mistica del ‘49 (vedi articolo).
Se almeno lì, lasciassimo l’orizzonte completamente aperto, senza aver la pretesa di mettere le persone in un recinto?
Credo che la vita in comunione con i Santi sarà una grande festa, dove Chiara – forse non canonicamente santa, chissà – sarà una della moltitudine. La potenza e la fantasia di Dio sono ben al di là di tutto…
Naturalmente, se oggi credo alla Vita Eterna e cerco una vera relazione con il Cielo, lo devo anche all'educazione ed agli esempi che ho ricevuto nel Movimento.
Ma mettiamoci nei panni di quel povero defunto (o povera …): finalmente è libero dai legami terreni; magari gli obblighi della vita nel Movimento gli hanno pesato, magari parecchio; magari per anni non ha potuto dire liberamente quello che pensava; magari aspettava la morte come una liberazione… Fregato! Il cadavere non è ancora freddo, che già l’anima si ritrova nello stesso sistema che sperava aver lasciato.

E veniamo al titolo di questo post: Il manto di Maria.
Con un paio di amici focolarini consacrati – dirigenti di gran livello – abbiamo un gruppo WhatsApp per scambiare qualche informazione e farci delle belle risate. L’ho chiamato “l’accappatoio di Maria”. In effetti Chiara ci teneva tanto che “non si perdesse nessuno”, e aveva inventato un concetto, quasi una branca dell’Opera (come se non ce ne fossero già abbastanza…), dove incasellare tutti quelli, numerosi, che si allontanavano dal Movimento. Per non perdere nessuno, c’erano degli incaricati che andavano a caccia dei fuoriusciti, per tenere tutti in contatto, “sotto il manto di Maria”.
Non ho dubbi che la Vergine ci accompagni, ciascuno là dove siamo, credenti o no. Possiamo essere più o meno coscienti di questa realtà, accettarla o no. Ma l’idea che le persone venute in contatto con il Movimento non possano riprendersi la loro libertà TOTALMENTE, in questa vita e nella vita eterna, sfiora il settarismo.
Allora io sto sotto l’accappatoio di Maria, per evitare che qualcuno mi metta sotto il suo manto o, peggio, nel suo “recinto”.

© Mario Ponta - tutti i diritti riservati. Riproduzione - anche parziale - vietata

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